Oratorio dei SS. Ambrogio e Caterina

Solaro (MI)

Indirizzo: Via Giuseppe Mazzini, 22 (P) (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Solaro (MI)

Tipologia generale: architettura religiosa e rituale

Tipologia specifica: oratorio

Configurazione strutturale: Edificio in muratura a vista, facciata a capanna con piccolo rosone centrale, navata unica con volte a botte e a crociera. Il piccolo campanile costituisce un'aggiunta seicentesca.

Epoca di costruzione: post 1365 - ante 1367

Descrizione

Realizzata in mattoni a vista, in linea con la tradizione locale, la cappella presenta una facciata a capanna ornata in alto da una cornice di beccatelli - che prosegue sui fianchi dell'edificio - e da un piccolo rosone al centro; il portale ad arco a tutto sesto è di restauro. La compattezza del paramento murario in laterizio è sottolineata da un alto zoccolo nello stesso materiale che percorre l'intero perimetro dell'oratorio. Il fianco sud è ritmato da contrafforti di modesto aggetto, mentre l'esterno della zona presbiteriale è decorato con un elegante motivo ad archetti pensili intrecciati. Il piccolo campanile costituisce un'aggiunta seicentesca. L'interno è ad aula unica, terminante in un presbiterio quadrato, leggermente sopraelevato e più stretto rispetto al corpo della costruzione, illuminato da due semplici aperture; tra la navata ed il presbiterio, coperti da volte costolonate a profilo archiacuto con chiavi scolpite, è inserito uno stretto e ombroso vano voltato a botte. La parete di fondo del presbiterio è occupata dalla grande Crocifissione, affiancata dalle figure dei Santi Ambrogio e Caterina; Il programma iconografico degli affreschi contiene un sottile significato mariologico, secondo il quale viene sottolineato il ruolo di Maria come nuova Eva e la redenzione del peccato dei progenitori attraverso il concepimento virginale di Maria e il sacrificio di Cristo sulla croce.
I dipinti del presbiterio rivelano la conoscenza di schemi compositivi toscani, in particolare giotteschi, nella monumentale solennità delle figure degli Evangelisti, assisi su troni architettonici elaborati con fantasia e avvolti in larghi manti dai colori luminosissimi, e nell'ampia spazialità dell'impianto della Crocifissione, che presenta un'impostazione compositiva pressoché identica in tutti gli oratori lombardi, con la Maddalena e le pie donne a sinistra, il gruppo dei sacerdoti e dei soldati a destra. La capacità di individuare i diversi tipi umani, la volontà di caratterizzazione delle fisionomie ed il gusto per la descrizione dei particolari, come i costumi o le armature, qualificano però come lombardo questo artista, che parte della critica recente tende ad identificare con il pittore e miniatore milanese Anovelo da Imbonate, attivo a Milano (San Marco, Sant'Eustorgio), Viboldone (Storie di Cristo nell'ultima campata) e Lentate.
Un diverso maestro è attivo negli affreschi delle pareti: le Storie di Gioacchino ed Anna e le Storie della Vergine sono caratterizzate da scenari architettonici assai semplificati; tuttavia l'artista vi manifesta una straordinaria capacità di suggerire l'intima quotidianità degli eventi narrati e la sobria bellezza dei semplici ambienti domestici nei quali si svolgono, rivelando più di un'affinità con la coeva produzione miniatoria (in particolare con il Libro d'Ore di Bianca di Savoia decorato da Giovanni di Benedetto da Como, oggi alla Staatsbibliothek di Monaco).
I brani qualitativamente più alti dell'intera decorazione si trovano nelle Storie della Genesi, che presentavano in origine un prezioso fondo blu realizzato in lapislazzulo, pigmento assai delicato che il tempo ha fatto cadere, scoprendo il bruno rossastro della stesura di preparazione dell'affresco. Questo artista delinea forme morbide, definite attraverso l'uso di colori luminosi e di un chiaroscuro delicatissimo; da notare in particolare gli straordinari nudi dei progenitori, distinti nel colore delle epidermidi (più chiara quella di Eva,secondo una comune convenzione iconografica) e come plasmati da un incessante sfumare di luci e ombre. Un probabile modello di riferimento, in questo senso, è dato dall'attività lombarda di Giusto dei Menabuoi (si pensi al Giudizio universale di Viboldone), un fiorentino lungamente attivo nell'Italia settentrionale che insieme con Giovanni da Milano costituisce il principale tramite fra la lezione giottesca e la pittura trecentesca lombarda.

Notizie storiche

La dedicazione dell'oratorio dei SS. Ambrogio e Caterina di Solaro richiama i nomi dei committenti, Ambrogio Birago, consigliere di Bernabò Visconti, e la moglie Caterina degli Amizoni; a questa famiglia si collega il motivo araldico delle tre fasce contromerlate rosse in campo bianco, arricchite da trifogli, presenti sulla parete del presbiterio sotto l'affresco con la Crocifissione. Fatto erigere a partire dal 1363, anno di posa della prima pietra, l'oratorio doveva essere già in massima parte decorato entro il 1367 (un documento testimonia infatti per quell'anno l'esistenza dell'edificio); quello di Solaro costituisce dunque l'esempio cronologicamente più antico fra i cicli di affreschi trecenteschi delle cappelle gentilizie del contado lombardo. Gli interventi di restauro condotti nel 1933 e nel 1963 non sono bastati ad arrestare il grave degrado della superficie pittorica, causato in larga misura dall'umidità che danneggia in particolare la zona più bassa delle pareti.

Uso attuale: intero bene: oratorio

Uso storico: intero bene: oratorio

Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico

Accessibilità: Per informazioni:
tel. 02 9690067 (parrocchia)

Per raggiungere il sito:
in auto: da Milano, prendere l'A9, uscita Saronno, poi proseguire per Solaro.

Riferimenti bibliografici

Guida d'Italia del Touring club italiano. Lombardia, Milano 2005

Fonti e Documenti

ASMi, Mappe del Catasto di Carlo VI, 1722

Percorsi tematici:

Credits

Compilazione: Robbiati, Livia (1995)

Aggiornamento: Salerni, Patrizia (1999); Moretti, Micaela (2001); Ribaudo, Robert (2009)

Descrizione e notizie storiche: Balzarini, Maria Grazia

Fotografie: BAMS photo Rodella/ Jaca Book

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