Ambone
Da Pomo, Guglielmo
Descrizione
Autore: Da Pomo, Guglielmo (notizie secc. XII/ XIII), ricomposizione pulpito
Ambito culturale: bottega romana
Cronologia: sec. IVpost 1196 - ante 1201
Tipologia: arredi liturgici e suppellettile ecclesiastica
Materia e tecnica: marmo / scultura; pietra / scultura; rame / sbalzo
Descrizione: L'ambone della basilica di Sant'Ambrogio presenta una struttura singolare poiché la cantoria, costituita da lastre di marmo lisce raccordate una all'altra attraverso lesene anch'esse marmoree e prive di decorazione, non poggia direttamente a terra ma su un ricchissimo portico scolpito, sorretto da sette colonne con relativi capitelli decorati.
L'ambone è ornato al centro del lato lungo rivolto verso la navata centrale, da una doppia decorazione in metallo sbalzato applicata alla superficie marmorea. In basso è raffigurato un uomo senza barba e dai capelli ricciuti, seduto in trono con in mano un libro e lo sguardo rivolto verso l'alto, dove è posizionata l'immagine di un'aquila che stringe tra le mani un libro. Le due figure sono state identificate come i simboli degli evangelisti Giovanni e Matteo, cui sono riferibili gli attributi del rapace e dell'angelo (qui con le ali tagliate per un infelice esito conservativo).
Attraverso le colonne della base del pulpito è possibile osservare l'ultima componente della struttura: il cosiddetto "Sarcofago di Stilicone". Il sarcofago è realizzato sul modello chiamato "a porte di città" per la presenza di porte urbiche che fanno da sfondo alle scene scolpite.
Notizie storico-critiche: L'ambone di Sant'Ambrogio costituisce l'unico pulpito medievale conservato in una chiesa di Milano, nonché un mirabile esempio d'insieme scultoreo, al pari dei capitelli e dei rilievi del portale della basilica. Un'iscrizione presente su una delle lastre marmoree chiarisce che l'opera venne realizzata da Guglielmo da Pomo in seguito al crollo del primitivo pulpito avvenuto nel 1196, e che i lavori potevano considerarsi conclusi nel 1201. Tale lavoro non consistette però nella realizzazione di alcuna scultura, bensì solo in una ricomposizione di parti al fine di recuperare lo stupendo fregio. In quell'occasione sicuramente vennero utilizzati materiali provenienti da quello danneggiato, ma per la sua ardita composizione fu necessario anche recuperare marmi dalla basilica più antica, con differenti elementi tipologici e diversi soggetti.
Per quanto riguarda le figure in metallo sbalzato che ornano l'ambone non si conosce né la loro datazione né la loro provenienza, tanto che molti studiosi mettono in discussione la loro provenienza dall'ambone originario).
Tra le soluzioni più originali ed ardite per l'epoca è certamente la decisione di collocare la ricostruita struttura in modo che fosse visibile il Sarcofago di Stilicone sottostante, una delle poche testimonianze rimaste della costruzione basilicale originale voluta da Ambrogio. L'antico monumento infatti si trova nella posizione attuale fin dal IV secolo ed è orientato come gli altri resti dell'antica basilica, al contrario dell'ambone posizionatovi sopra, che invece segue la disposizione dell'asse dell'edificio medievale. Importato probabilmente da Roma o prodotto da artefici dipendenti dalla cultura romana, la tradizionale denominazione del monumento deriva dalla convinzione che l'altare maggiore contenesse le spoglie di Stilicone, comandante militare dell'Impero Romano d'Occidente. Al centro dell'alta fronte del coperchio è infatti scolpito un medaglione sorretto da due amorini, al cui interno sono effigiati i coniugi defunti. La figura maschile indossa una corazza ricoperta da clamide tipica delle alte autorità militari e rivolge lo sguardo alla moglie, appoggiata al suo braccio, elegantemente acconciata e ornata da gioielli.
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
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