Ezzelino III Da Romano

Bernardino Campi (bottega)

Ezzelino III Da Romano

Descrizione

Autore: Bernardino Campi (bottega) (1522-1591), esecutore

Cronologia: ca. 1580 - ca. 1610

Tipologia: pittura

Materia e tecnica: olio su tela

Misure: 80.4 x 98.6

Notizie storico-critiche: L'opera rappresenta Ezzelino III da Romano (1194-1259), cognato di Federico II. Abile e crudele condottiero, sostenuto da truppe fidate, impose il suo dominio su tutta la Marca Trevigiana. Depredò e distrusse i domini estensi, il milanese, il mantovano, l'intero veneto.
Il ritratto proviene dal Palazzo Ducale di Vespasiano Gonzaga a Sabbioneta, qui il duca aveva raccolto e ordinato le sue collezioni d'arte tra cui anche una galleria di ritratti di antenati e uomini illustri sul modello di Paolo Giovio. La provenienza del ritratto da Sabbioneta è attestata da documenti d'archivio (cfr.) che registrano il trasporto di una serie di 34 ritratti di personaggi illustri, molti lasciati incogniti, ma simili per dimensioni (Bazzotti U., 1993). Il dipinto giunge a Mantova per volontà del governo austriaco nel 1773 e viene collocato in Palazzo Accademico in vista della creazione di un Museo dell'Accademia. Il passaggio del dipinto nella Biblioteca Teresiana non è documentato, ma essendo entrambe gli istituti culturali diretta emanazione della volontà di Maria Teresa, è possibile che tale passaggio sia avvenuto senza particolari procedure burocratiche. La presenza del ritratto in Biblioteca è comunque registrata dagli inventari ottocenteschi (cfr.documentazione d'archivio, 1830, 1843, "Ezzelino da Padova"). Nel 1880 il Ministero della Pubbl. Istr. cede (rogito Nicolini) in proprietà al Comune di Mantova tutti gli arredi della Biblioteca Governativa (l'atto notarile cita senza precisare l'identità "sedici quadri in tela ad olio, senza cornice, d'ignoti pittori, rappresentanti diversi personaggi;... dodici quadri in tela ad olio senza cornice...di distinti personaggi).Il ritratto è citato nell'inventario dei beni della Biblioteca nel 1922. Il dipinto va riconosciuto tra quelli anonimi trasferiti in Palazzo Ducale nel 1923 (cfr. "Ritratti di personaggi illustri").
L'iconografia del dipinto corrisponde anche nei particolari a quella, quattrocentesca, proposta nei ritratti librari (A.Capriolo, 1596; P.Totti, 1635) ed è ripresa anche nel ritratto degli Uffizi (inv. 65) copia cinquecentesca del ritratto della collezione gioviana (B.Fasola, 1985).
Rispetto a queste copie tuttavia il ritratto mantovano presenta una inquadratura più ampia che fa ipotizzare una visione diretta del modello originale (quello gioviano?). L'esecuzione dell'opera appare curata tanto nella resa dei particolari quanto in quella della psicologia del soggetto. L.Ozzola ha attribuito l'opera alla scuola di Dosso Dossi, ma le accentuazioni plastiche del denso chiaroscuro fanno pensare ad un artista della scuola lombarda e ad una datazione tarda come per altri tre ritratti della stessa raccolta: il Ritratto di Nicolo Piccinino, di don Pedro di Navarra e di Carlo di Borbone.

Collocazione

Mantova (MN), Museo di Palazzo Ducale. Pinacoteca civica

Credits

Compilazione: Pisani, Chiara (2000)

Aggiornamento: Pisani, Chiara (2005)

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