Battaglia di ignudi

Pollaiuolo, Antonio

Battaglia di ignudi

Descrizione

Identificazione: Lotta tra uomini

Autore: Pollaiuolo, Antonio (1433-1498), incisore / inventore

Cronologia: ca. 1460 - ca. 1474

Oggetto: stampa smarginata

Soggetto: essere umano e uomo in generale

Materia e tecnica: bulino

Misure: 590 mm x 409 mm (parte incisa)

Notizie storico-critiche: L'esemplare dell'opera attribuita al Pollaiolo, che il marchese Malaspina intitola "I gladiatori, ovvero combattimento di dieci uomini nudi in un bosco", costituisce un esempio dell'assoluta rarità e preziosità perseguita dal collezionista nella formazione della sua raccolta di stampe antiche: si tratta infatti di una delle più celebri incisione del primo Rinascimento italiano, la più antica incisione italiana che porti il nome dell'artista scritto per esteso.
La datazione resta controversa: generalmente collocata tra gli inizi del decennio del 1460 (quando Pollaiolo realizza i dipinti medicei con le fatiche di Ercole) e il 1475 (data del dipinto con "San Sebastiano" conservato alla National Gallery). L'antecedenza con le realizzazioni incise del Mantegna resta quindi discussa ed è probabile che l'influenza sia stata reciproca (forse con la precedenza della "Deposizione orizzontale" di Mantegna, cfr. inv. St. Mal. 1604). Altre argomentazioni portano invece ad una collocazione cronologica intorno al 1490, durante il soggiorno romano dell'artista.
In base alla testimonianza documentaria relativa alla presenza, nella bottega squarcionesca, anteriormente al 1474, di un "cartonum cum quibusdam nudis Poleioli", taluni studiosi hanno identificato questo cartone con l'incisione pollaiolesca (cfr. da ultimo Agosti 2005, p. 347 nota 125). Questo dato risulterebbe determinante anche per quanto riguarda la datazione del capolavoro (ma si veda anche il bulino con analogo soggetto, Ercole e i giganti, cfr. Levenson-Oberhuber-Sheenan 1973, e da ultimo G. Marini in Mantegna e Padova 2006, p. 276 n. 62).
Per la problematica iconografia, sicuramente sottesa alla raffigurazione, che si presenta complessa anche dal punto di vista delle corrispondenze e simmetrie rilevabili, si veda la sintesi in Levenson-Oberhuber-Sheenan 1973, e da ultimo V. Segre in Andrea Mantegna, a cura di S. Lomartire 2003, pp. 104-105 n. 37. Si vedano le due copie xilografiche di Johannes de Francfordia e Lucantonio degli Uberti, databili agli anni 1490-1500.
L'esemplare risulta essere di secondo stato: secondo gli studiosi, questo si differenzia dal primo stato (noto solo nell'esemplare conservato a Cleveland, Museum of Art, J.H. Wade Fund inv. 1967.127; cfr. Langdale 2002) per una rilavorazione della lastra con il bulino, che conferisce quindi alla stampa un effetto diverso da quello più delicato e argenteo del primo stato. L'esemplare Malaspina si presenta inoltre con i caratteristici danni provocati dalla conservazione inadeguata (piegatura in quattro parti, lacune reintegrate sul supporto, etc.).

Collocazione

Pavia (PV), Musei Civici di Pavia

Credits

Compilazione: Aldovini, Laura (2010)

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