Abbiamo tirato troppo

ambito lombardo

Abbiamo tirato troppo

Descrizione

Identificazione: Satira antiaustriaca

Ambito culturale: ambito lombardo

Cronologia: post 1848 - ca. 1874

Oggetto: stampa

Soggetto: satirico e grottesco

Materia e tecnica: Cromolitografia

Misure: 216 mm x 292 mm

Notizie storico-critiche: L'immagine satirica mostra Metternich e Luigi Filippo caduti a terra perchè la fune che stavano tirando si è spezzata. Il riferimento è alle vicende dei moti risorgimentali del 1848 che portarono alla fine della carriera per entrambe i personaggi.
Klemens Wenzel Lothar Winneburg, conte, poi [1813] principe, Metternich (Coblenza 1773 - Vienna 1859) entrò al servizio diplomatico dell'Austria all'età di ventott'anni e iniziò la carriera come ministro plenipotenziario prima a Dresda (1801), poi a Berlino (1803). Diede brillante prova della sua abilità negoziatrice, ed il suo talento come giovane diplomatico austriaco non sfuggì a Napoleone, che, per meglio controllarne le mosse, lo volle come ambasciatore a Parigi (1806). Rientrato in Austria, quando questa era già occupata dalle truppe francesi, poco dopo divenne cancelliere e ministro degli esteri, e dimostrò doti di grande statista. Forte della fiducia che Francesco I riponeva in lui e della rinnovata potenza militare austriaca Metternich restaurò il predominio absburgico in Italia e in Germania e ristabilì l'equilibrio europeo (congresso di Vienna, 1814-1815). L'improvvisa rivolta dei Viennesi (13 marzo 1848) lo costrinse a dimettersi e a fuggire (14 marzo) prima in Gran Bretagna, poi nei Paesi Bassi e infine (ottobre 1849) in Belgio, a Bruxelles. In Italia, il sentimento risorgimentale lo vide come rappresentante di un sistema oppressivo (gli venne particolarmente rimproverata la frase 'L'Italia è un'espressione geografica', scritta il 2 agosto 1847.
Luigi Filippo D'Orleans (Parigi 1773 - Claremont 1850) fu Re dei francesi (1830-1848). Figlio di Luigi Filippo Giuseppe duca d'Orléans, aderì alla Rivoluzione francese e combatté nella campagna del Belgio. Seguitolo nel suo tentativo controrivoluzionario (1793) e costretto a espatriare, fu in Svizzera, Inghilterra e Sicilia, senza però compromettersi con gli aristocratici emigrati. Tornato in patria nel 1815, seppe conquistare le simpatie della borghesia liberale avversa alla politica reazionaria dei Borbone e nel luglio 1830 riuscì a coronare le sue ambizioni dinastiche: affermatosi come rappresentante dei moderati, preoccupati di una radicalizzazione della rivoluzione, fu proclamato re dal parlamento. In politica estera applicò il principio del non intervento in occasione dell'indipendenza del Belgio (1830) ma vi rinunciò per preciso intervento del Metternich nel caso delle insurrezioni in Italia (1830 -1832). In politica interna, dapprima fedele al ruolo di monarca costituzionale, accentuò poi la tendenza al governo personale e attuò una politica sempre più conservatrice, favorendo la grande borghesia e reprimendo il movimento operaio. Travolto dalla rivoluzione del febbraio 1848, abdicò e si rifugiò in Inghilterra.

Collocazione

Mantova (MN), Museo della Città

Credits

Compilazione: Roncaia, Mariangela (1997)

Aggiornamento: Pisani, Chiara (2006)

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